Tutti lo conoscono come Ferit Aslan di Bitter Sweet, ma l’affascinante attore è in realtà Can Yaman. Prima dell’inizio della soap opera turca era un perfetto sconosciuto nel nostro paese, ma ora, a soli due mesi dalla prima puntata di Dolunay, può vantare un’incredibile seguito di fans italiane. Sbarcato a Napoli è stato immediatamente notato ed è stato il finimondo.
Bitter Swett, Can Yaman tra le fans!
Can Yaman è di casa in Italia. A quanto pare è già da tempo una delle sue mete preferite per le vacanze, ma dopo il successo inatteso con Bitter Sweet la sua presenza è stata notata. Immediatamente le sue fans lo hanno circondato e lui non ha potuto far altro che firmare centinaia di autografi. Non sono mancati selfie che ora vagano per tutti i social a dimostrare l’affetto nei suoi confronti.
Ma chi è davvero Can Yaman? Qualche curiosità!
Can Yaman nasce a Istanbul l’8 novembre 1989, ma nonostante le apparenze, non è solamente un attore. Laureato in legge, esercita anche la professione di avvocato e conosce ben quattro lingue, italiano,inglese, tedesco e il turco, la sua madre lingua. Infatti quando è arrivato a Napoli, non ha esitato di ringraziare in italiano le centinaia di fans accorse per salutarlo: “Vi ringrazio per tutto il calore che mi state dimostrando, ve ne sarò sempre grato Italia ti amo”. Yaman poi dopo qualche giorno trascorso nella capitale partenopea, ha lasciato l’Italia per dirigersi a Montecarlo.
Cosa accadrà dopo la fine di Bitter Sweet?
Le fans in queste ore si stanno chiedendo se, dopo la messa in onda dell’ultima puntata di Bitter Sweet, rivedranno presto Can Yaman sul piccolo schermo. A quanto pare l’attore turco potrebbe essere presente ad Amici Vip, ma non è ancora nulla di definitivo, ne si sa nulla sul suo ruolo che però si presume possa essere di ospite o giudice di serata. Inoltre sembra che il biscione abbia in serbo una sorpresa per la prossima estate e che Can Yaman sia nel pacco regalo.
Quindi non appena avremo certezze su queste voci di corridoio, vi informeremo tempestivamente.
