La 73esima edizione del festival di Sanremo 2023 ha conosciuto il suo vincitore. Davanti a 12.256.000 spettatori pari al 66% di share, Marco Mengoni ha trionfato con il suo brano “Due Vite” davanti al promettente Lazza. La vittoria del cantante romano era la più quotata visto che è stato in cima alla classifica sin dalla prima puntata. Tuttavia, non sono mancate le discussioni a seguito della proclamazione, specie dopo la più importante delle accuse: quella di plagio nei confronti di due grandi artisti italiani.
Festival di Sanremo 2023: Marco Mengoni vince
E’ stata un’edizione indimenticabile quella di Sanremo 2023, la più seguita da quando Amadeus n’è conduttore. Dopo tutte le performance in gara e la votazione divisa tra televoto, stampa e demoscopica, Marco Mengoni è stato proclamato vincitore della settantatresima edizione del Festival. Al secondo posto si è classificato Lazza, grandissima sorpresa di quest’anno, mentre la medaglia di bronzo è andata a Mr. Rain. Per il cantante romano è la seconda vittoria a Sanremo su tre partecipazioni. Nel 2010 si presentò con il brano “Credimi Ancora”, giungendo terzo; nel 2013 invece riuscì a vincere con il brano “L’essenziale”; e ora nel 2023, si è aggiudicato nuovamente la kermesse canora con il brano “Due Vite”.
Festival di Sanremo 2023: l’accusa di plagio a Marco Mengoni
Fin dal primo ascolto di “Due Vite” di Marco Mengoni, molti telespettatori di Sanremo 2023 hanno avuto la sensazione di conoscere già la canzone. Tra i primi ad interrogarsi sono stati gli autori di Striscia la Notizia, i quali hanno fatto intendere che ci potessero essere gli estremi di un plagio. Poi, col passare delle serate, il mistero si è infittito, in quanto più di qualcuno ha sostenuto che la base della canzone fosse quella de “La sera dei Miracoli” di Lucio Dalla. Gli esperti del settore, non a caso, hanno sovrapposto le parole della canzone alla base del grande Lucio, e il risultato sarebbe stato incredibile.
Tuttavia, non solo a quella del cantante bolognese, il pezzo di Mengoni ricorderebbe anche “Troppo buono” di Tiziano Ferro. Va detto però che il confine tra plagio e solo fenomeno di assonanza a volte è molto sottile.
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